martedì, dicembre 12, 2006

Profondità.


Dopo alcuni mesi di entusiasmo nei quali ho ritrovato il piacere di fare Yoga, e in particolare Kundalini Yoga, sento che in questi giorni stanno affiorando in me nuove e antiche sensazioni: come se si approfondisse qualcosa e le asana acquisissero una qualità di silenzio meditativo, di rilassamento, di forza e di mistero maggiori. E' sempre difficile cercare di spiegare queste cose, perché si tratta di percezioni più che di osservazioni elaborate concettualmente. Per quanto mi riguarda le sensazioni che stanno emergendo so di averle già conosciute: si tratta di qualcosa che avevo sperimentato in passato, anni fa, quando facevo questo genere di esercizi con regolarità; dopo di ché, preso evidentemente da altri eventi ed esperimenti, le ho accantonate e dimenticate. Ecco perché parlo di un riaffioramento. Nell'attuale, inoltre, non so più bene quale stile di Yoga io stia seguendo, quale scuola: faccio quello che sento e che mi dà ispirazione, non solo come esercizi in sé, ma anche nel modo di farli, di sentirli. Credo di capire una cosa: si tratta di fasi transitorie, di movimenti, come se seguissi un flusso che conduce in una sorta di viaggio, anche con ritorni ciclici o periodici delle stesse modalità, degli stessi paesaggi. Un'altra cosa che ho pensato: le stagioni forse hanno una qualche influenza sullo "stile" della pratica: diversa è l'estate, diverso l'inverno. In questo momento, con il freddo, con il buio, ci si introverte, si cerca di custodire, di introiettare, di chiudere all'interno, nell'intimo.
Inoltre c'è anche la mia pratica "meditativa", cioè quella buddhista, che è affiancata e completata dagli esercizi Yoga e che ne rappresenta il nucleo centrale: in effetti anch'essa in questo momento sta assumendo una diversa qualità, ed è più interiorizzata, più dentro il cuore di qualche giorno fà, con una sua specifica caratteristica di silenzio - pur consistendo nella recitazione di un mantra, di una preghiera. Recitando, per utilizzare una metafora percettiva, sento di attingere acqua da un pozzo situato nella profondità di me stesso...

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